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L’acqua di tutti

Un viaggio tra i Borana

L’acqua come merce e non come diritto fondamentale dell’uomo è un concetto che va diffondendosi sempre più in diversi angoli del mondo. In molti paesi la privatizzazione di quello che è oramai definito l’“oro blu” inizia a creare tensioni tra la cittadinanza e le multinazionali concessionarie dei servizi idrici. Nelle aride distese dell’Oromia, nel sud dell’Etiopia, i Borana, una popolazione pastorale seminomade, riescono a gestire le risorse idriche attraverso un’organizzazione di tipo comunitario che ne assicura l’utilizzo a tutti senza alcuno scambio di denaro. Pozzi centenari conosciuti come “Pozzi cantanti”, scavati nella roccia e mantenuti attraverso una precisa condivisione di lavoro volontario, permettono la sopravvivenza di questa popolazione e della loro unica risorsa, il bestiame, nei lunghi periodi di siccità annuale.

Già oggetto di studio per la loro particolare organizzazione sociale (Gada), i Borana meritano in questo periodo storico una speciale attenzione per il modo straordinario con cui riescono a garantire a tutti l’accesso all’acqua in una delle regioni più aride della Terra abitata.